mercoledì 6 giugno 2012

Cenerentola fuori dal bar

Far precedere le trasmissioni da un minimo di introduzione (ma proprio un minimo!) sarebbe stato utile: negli ultimi dieci, quindici anni l'opera si è progressivamente (bel progresso!) eclissata dai palinsesti televisivi - ecco perché si chiamano così, per trovare qualcosa bisogna grattare, grattare fino in fondo... La maggior parte del pubblico non ha alcuna familiarità con i linguaggi, le meccaniche, i tempi del teatro musicale. Et cetera, il resto nol dico... 

Però neanch'io credo che il problema sia la mancanza di preparazione del pubblico, in questo caso: ho trovato invece che tutti quei tagli, aperti per adeguare la nostra opera a una fruizione televisiva, producessero l'effetto opposto, rendendo difficile e un po' faticoso seguire lo spettacolo e lo sviluppo della trama. Di tutti i recitativi - che sono poi le uniche parti in cui la gente ha modo di capire davvero le parole, e dunque cosa succede - ne sono stati conservati due soltanto: nel contesto generale, facevano un effetto stranissimo e straniante, sembravano scollegati da tutto il resto. Credo che l'effetto "urlo" percepito da molti derivasse proprio dal susseguirsi continuo, senza soluzione di continuità, di numeri cantati da capo a fondo... Per di più, con un'invenzione melodica come quella rossiniana, che sembra non fermarsi mai! È venuta a mancare la dinamica interna della drammaturgia: il movimento incessante genera senso di staticità.

Poi mi sarebbe piaciuta una maggior varietà nelle ambientazioni: in fondo di Torino s'è visto poco. Ho trovato bellissimi i cartoni animati, però!

Con tutto questo, a me nel complesso questa Cenerentola è piaciuta. L'ho trovata meno riuscita delle opere di questo tipo realizzate in precedenza, che credo si prestassero meglio all'operazione.

Luca Rossetto Casel

2 commenti:

Roberto Mastrosimone ha detto...

Che delusione questa Cenerentola! Forse perché tanto attesa? Erano anni che se ne parlava e forse eravamo ormai rassegnati a non vederla realizzata. Invece.... Ci sarebbe voluto poco a farne un piccolo capolavoro: il cast era buono, la location indovinata, il regista e il direttore avevano le "carte in regola": sarebbe bastato rispettare Rossini. In epoca di edizioni critiche, di filologia si è tornati indietro di mezzo secolo a far scempio del Pesarese. Se non altro 50 anni fa riuscivano a dare una vis comica e teatrale che qui era completamente assente. Che peccato! Un'occasione perduta.
Grazie della citazione!
Ciao!

Unknown ha detto...

Scusa Roberto, se pubblico solo ora il tuo commento che mi era sfuggito per distrazione. Grazie per aver trovato il tempo di scriverlo. Condivido quello che pensi.
Benedetta

 
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