lunedì 31 agosto 2009

Michel Blavet, Sei Sonate op. 2, recensione

Michel Blavet: Sonata per flauto e basso continuo in SOL op. 2 n. 1;
Sonata per flauto e basso continuo in re op. 2 n. 2;
Sonata per flauto e basso continuo in mi op. 2 n. 3 «La Dhérouville»;
Sonata per flauto e basso continuo in sol op. 2 n. 4 «La Lumagne»;
Sonata per flauto e basso continuo in RE op. 2 n. 5;
Sonata per flauto e basso continuo in la op. 2 n. 6.

flauto Claire Guimond; clavicembalo John Toll; viola da gamba Jonathan Manson

ATMA CLASSIQUE ACD 2 2204 / DDD / 77:06

Risale al 1999 questa incisione delle sei Sonate op. 2 di Michel Blavet. L'esecuzione s'avvale di riproduzioni di strumenti antichi. Per quanto l'impiego di un flauto Rottenburgh per il primo Settecento francese possa apparire oggi storicamente inappropriata, la propensione per un suono ovattato, di morbida opacità, per le tinte delicate e velate, consente tuttavia la ricreazione di una tavolozza espressiva esteticamente coerente. La natura intima di tale timbrica concorre, con la scelta di affidare la parte del basso a una viola da gamba, a determinare il crearsi di una dimensione sonora particolarmente raccolta; così da offrire pieno risalto al gioco elegante delle inflessioni in cui s'increspano i profili delle frasi. Aperte in ampie campate a tracciare linee lunghe e sottili, queste appaiono modellate su un eloquio nobilmente malinconico anche nell'aggraziato piegarsi in un passo di danza, scosse appena sotto il moto lieve degli abbellimenti.

Luca Rossetto Casel

Tratto da Rivista Musica: clicca qui per abbonarti!

martedì 25 agosto 2009

Toscanini a fumetti


Toscanini, scrive il Il Corriere, sarà protagonista, insieme alla sua bacchetta magica ("Melody"), di un fumetto disegnato per i più piccoli da Oscar Salemi.

Non è del resto la prima volta che la vita del direttore d'orchestra è stata declinata in questa veste: ricordiamo anche le strisce di Ramello e Piffarerio su Il Giornalino

giovedì 20 agosto 2009

Far scoprire Beethoven ai bambini

Il pluripremiato progetto didattico del Beethoven-Haus Hallo Beethoven porta genitori e figli alla scoperta della vita e dell'opera di Beethoven con un meraviglioso sito a fumetti interattivo e bilingue (tedesco e inglese): in una giornata ventosa viene aperta ai visitatori la casa virtuale del compositore, ricostruita con grandissima accuratezza; quasi tutto ciò che si vede è fedelissimo a come davvero appariva l'appartamento (lo sappiamo da fonti iconografiche).

Tra gli argomenti che si possono approfondire insieme ai più piccoli: l'educazione, musicale e non, e il ruolo come insegnante, l'opera (cliccare sui fogli d'album e partiture sul pianoforte), il gossip, il rapporto col denaro e con gli editori, gli amori e le amicizie, la vita quotidiana, la guerra.

E alla fine del tour si metteranno alla prova le conoscenze in materia beethoveniana intraprendendo il web rally!

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giovedì 6 agosto 2009

Sulle orme di Haydn

Il giornalista del Guardian Stephen Moss, insieme al fotografo David Levene, è andato a cercare Haydn a Rohrau (vicino a Vienna), sua città natale: ha curiosato nella sua camera da letto (restaurata), è stato a Eisenstadt, ha immortalato l'organo a canne custodito nella Bergkirche e il mausoleo dedicato al compositore, e si è spinto fino a Eszterháza.

Il risultato è un reportage fotografico che si vede su guardian.co.uk

sabato 1 agosto 2009

In metrò il silenzio è d'oro

I Musicanti hanno affrontato più volte l'argomento della cattiva musica, sulla scorta di uno spunto offertoci da Proust (potete leggere quei post qui [1], [2] e infine [3]); il problema è quanto mai attuale, sia all'Università che fuori.

Per quel che ci riguarda non approviamo, ad esempio, la scelta dell'EDISU (l'ente per il diritto allo studio universitario) di tartassare gli studenti in mensa durante l'orario del pranzo con il fastidioso rumore di sottofondo di una radio, che sommata al vociare di chi banchetta, rende il livello dei decibel davvero insopportabile, soprattutto mentre si sta pranzando/cenando.
Era proprio necessaria questa novità?

Cambiando luogo, non cambiano i problemi...

Sarà anche questo un caso di cattiva musica?


di Giangiorgio Satragni

[...] GTT si prepara a lanciare l'intrattenimento audio e video sui mezzi pubblici e nel metrò quale tecnica per attrarre nuovi utenti e rendere più confortevole il viaggio. Eppure GTT non si rende conto di quello che fanno o possono fare molti passeggeri sui mezzi pubblici, in Italia ma ancor più all'estero specie in metropolitana: leggono e studiano. E per farlo sfruttano una condizione fondamentale: il silenzio.

Uno dei grandi vantaggi del mezzo pubblico è proprio utilizzare il tempo per le cose proprie, che sia per diletto o per lavoro. Se si viaggia sottoterra, o lì si aspetta un treno e non c'è alcun panorama da guardare, è naturale aprire un libro o un giornale. Provate a scendere nella «tube» a Londra, dove notoriamente si passa molto tempo: vedrete non talpe, ma divoratori di romanzi e appassionati lettori di giornali, studenti che ripassano la lezione o si preparano a un esame, uomini d'affari che riorganizzano la propria agenda palmare, documenti che escono da cartelle di lavoro. E lo stesso accade a Parigi, a New York, nella limpida Monaco di Baviera, ma anche a Milano e Roma, dove sei tempestato d'informazioni sulla banchina, ma dentro hai solo lo sferragliare del treno.

Certo vedrete, come ovunque, auricolari di iPod e lettori mp3, gente che viaggia ascoltando musica e magari guardando un video sul proprio telefono. Se vogliono farlo, facciano pure, è il loro modo di caricare energia e tirarsi su. Ma anche chi fa spaziare la mente con la lettura è libero di farlo, come è libero di studiare, di pensare, o di pregare come faceva un ebreo ortodosso incrociato nel metrò di Berlino.

Allora lasciate anche a Torino la libertà di utilizzare il tempo sul metrò come ognuno preferisce, perché l'utilizzo del mezzo pubblico non è perdita di tempo, ma rasserena chi sceglie di non guidare nel traffico. La società contemporanea ha il terrore del vuoto, e il silenzio è equiparato al vuoto: volerlo riempire a tutti i costi sembra escludere che un passeggero ragioni con la sua testa. Siamo proprio ridotti tutti cosi male? Invece degli schermi mettiamo libri sui sedili, impareremo qualcosa in più.

17-07-2008, La Stampa, p.53


Tratto da http://archivio.lastampa.it
 
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